Egli è allora che la rivelazione naturale trovasi compiutamente travisata nelle cose e nei pensieri; e allora la tradizione che l'insulta e l'uccide chiamasi officialmente la rivelazione soprannaturale, la legge divina, la buona novella, la via della salvezza.
L'autorità è il risultato della rivelazione soprannaturale. La tradizione, il libro sacro, la favola esprimono la volontà irresistibile degli Dei; bisogna obbedire, bisogna vegliare perchè la legge sia osservata. Ecco il sacerdote. Avete trasportato la vostra ragione fuori di voi, in cielo; bisogna che altri vi rappresenti; vi siete perduto, bisogna che altri vi salvi; siete divenuto schiavo della vostra finzione, riconoscete la necessità di un padrone. Il sacerdote traccia la pianta delle città, prescrive le preghiere, i digiuni, le macerazioni; dice se devesi combattere o chiedere la pace, se devesi togliere od aggiungere una corda alla lira; il sacerdote sarà ministro d'ogni vostro trovato, sarà la ragione della vostra ragione. Nulla è lasciato al caso: gli Dei occupano l'intera natura, l'uomo non può vivere se non interpretando di continuo la legge occulta che governa gli elementi, non può credere a sè stesso prima d'aver consultato la sua finzione. Qui la ragione sola è follìa, l'autorità vieta di appellarsi al buon senso, all'esperienza, ai lumi naturali: essa sacrifica ogni libertà come una ribellione, la ragione naturale come un attentato contro il regno degli Dei, contro l'umanità, che non è più in noi, ma in cielo.
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