Capitolo III
I FENOMENI RELIGIOSI
La religione è un sistema, è ragionata come ogni sistema; il canto de' primi poeti, non fu più libero della Somma di San Tomaso; i profeti che trasportavano a Dio la ragione dell'uomo furono prudenti quanto lo richiede il metodo di Bacone. Ma la saggezza dei barbari è follia; e nella rivelazione sacra l'osservazione e l'induzione si sviluppano inversamente, spinte verso il falso dall'errore di Dio. Il sacerdote deve provare l'esistenza degli Dei invisibili, indovinare le loro avventure nelle regioni inaccessibili ai mortali; la sua religione vuole spiegata istoricamente la potenza divina, che si fa gioco degli ostacoli della materia. Gli Dei sollevano i flutti del mare, governano le tempeste, penetrano attraverso le mura dei palazzi, scendono nelle spelonche attraverso le rupi; gli Dei disperdono gli eserciti, rovesciano le città. Come? Il sacerdote deve rispondere, e risponde sempre dimostrando la possibilità storica del prodigio, trasportando di continuo la natura umana fuori dell'uomo. Osserva la potenza dell'inspirazione, del coraggio, dello sguardo; la concede alla luce, al suono, all'aria, al fuoco; concede agli elementi più sottili la forza intelligente della vita e dell'istinto; concede agli Dei la forza di tutti gli elementi, compenetrati gli uni negli altri, ed esagerata all'infinito. Gli ostacoli scompaiono, il meccanismo cede, un soldato può combattere un esercito, il palladio può difendere la città, un incanto può proteggere la patria, Dio può fare il cielo e la terra.
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