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      È così che il sacerdote si serve dell'osservazione e dell'induzione. Egli osserva l'eccezione per negare la legge, osserva la vita per sopprimere il meccanismo, osserva il fatto per indurre il miracolo. Siano interrogate tutte le mistagogie dell'Oriente; siano interrogati i mistici del medio-evo e quelli del risorgimento, Boehm e Postel; siano esaminati attentamente Roberto Fludd, Swedemborg ed anche Carlo Fourier, si vedrà sempre lo stesso procedere. I mistagoghi si fondano sull'osservazione e sull'induzione; ma mettono la logica al servizio di un'ipotesi vitale, la vogliono istromento di prodigi, e sempre partono dall'eccezione, dall'anomalia, da un privilegio vitale per trarne un mondo magico, esagerato dalla forza iperbolica degli Dei. Opponete voi l'inesorabile fatalità del mondo, l'inflessibile necessità delle leggi meccaniche, in una parola, tutte le leggi note della natura? Per essi la rivelazione soprannaturale, la vita universale sono fatti e combattono le leggi della natura coll'eccezione, il reale col possibile, il meccanico col vitale. Voi potete affascinare, dicono essi, collo sguardo, potete raggiungere l'età di cento, di duecento anni; colla forza del presentimento potete indovinare quanto accade lungi da voi; un pastore può uccidere un gigante, un piccol numero di combattenti può disperdere un grande esercito; dunque la debolezza può trionfare della forza, dunque il piccolo può essere più grande del grande, dunque i fenomeni soprannaturali che noi annunciamo signoreggiano il mondo.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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