Nel sogno le imagini son vive ed egualmente nell'ebbrezza talora si manifesta una vivacità organica, che confonde l'imaginazione. Potente quanto il demone di Socrate, l'oppio dispone delle apparenze, dei sentimenti, trasfigura la natura, ci trasporta in un mondo fantastico che trabocca di piaceri. L'Orientale ne cerca, a costo della vita, le delizie.
Il sonnambulismo riunisce i due fenomeni del sogno e dell'ebbrezza, e ci trascina ancor più lungi, perchè il sonnambulo dorme e nel tempo stesso intende; opera, come l'ebbro, sotto l'impero dell'estasi; ma la sua azione è sicura come se fosse svegliato. Egli si leva, legge; interrogato, risponde, a condizione di continuare il suo sogno. La sua stranezza atterrisce: quando appare sulla scena, impone silenzio; desta un'attenzione superstiziosa, Lady Macbeth, che lava le mani insanguinate, incute spavento. Fin dove giunge la forza del sonnambulismo? Lo ignoro; il solo fatto innegabile è la dominazione magnetica che immerge nel sonno, e dà in balia la mente del magnetizzato al potere affascinatore di chi magnetizza.
Il quarto grado che ci avvicina alla visione consiste nell'allucinazione. Questo è, direi quasi, il momento in cui il sonnambulo si sveglia e lotta col sogno che lo assedia,: l'allucinato non è demente, sogna, benchè desto, e a suo malgrado. La sfera dell'allucinazione non ha limiti. Possiamo intendere voci interiori, discorsi; essere circondati da oggetti imaginari, oppressi da innumerevoli spettri: tutti i sensi possono essere falsati dall'allucinazione.
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Socrate Orientale Lady Macbeth
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