Pagina (583/693)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Da ultimo, per gli antichi innovare era sinonimo di corrompere. La censura antica si sgomenta quando vede rimutarsi la musica e la danza. Licurgo si fa promettere che nessuno toccherà le sue leggi prima del suo ritorno, e muore in esilio per legare l'immortalità alla patria. Caronda comanda al cittadino che propone una nuova legge di presentarsi in senato colla corda al collo, e vuole strozzato il novatore se la legge non è ammessa. Una tetra pedagogia incatena tutti gli atti del cittadino perchè la città, opera di una sapienza eccezionale, possa durare. Per noi, al contrario, l'innovare è sinonimo del migliorare, l'immobilità è sinonimo di corruzione e la storia moderna comincia coll'innovazione: innova la geografia raddoppiandola; scopre l'artiglieria. la stampa, e i primi tra gli uomini nuovi chiedono alla filosofia l'arte di fare nuove invenzioni. Credono che si potrà apprendere la facoltà inventiva come si apprende a leggere ed a scrivere. Raimondo Lullo vuole colla sua grand'arte dare il genio ad ogni uomo: Bacone rinnova la stessa promessa. «Il nostro metodo, l'invenzione», dice egli, «lascia poco alla penetrazione ed al vigore delle menti: anzi si può affermare che eguaglia le capacità; che abolisce la superiorità in quella guisa che se si tratta di tracciare un circolo, il compasso rende eguali i più inabili ai più esercitati». Anche Campanella pretendeva che la sua filosofia, sostituendo le parole alle cose, la realtà alle astrazioni, dovesse moltiplicare le scoperte.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Lullo Bacone Campanella