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      È concesso al filosofo si influire sul genere umano? Riconosciuta l'impotenza dei discepoli di Socrate, che il regno della ragione sfugge al Dio di Platone, al Dio di Aristotele, alla voluttà di Epicuro, alla volontà di Zenone, all'apatia degli scettici, le contraddizioni sorgono molteplici: veruna scuola non vale a vincerle. Che fare? Si cerca un nuovo trovato, una nuova soluzione che abbracci d'un tratto tutte le antinomie, un'arte che sciolga d'un tratto il duplice problema della metafisica e della sua influenza. Non si accusa la metafisica, si accusano ancora i metafisici. Il nuovo trovato consiste nell'estasi, e l'estasi deve dare la doppia equazione dell'universo e dell'umanità. D'indi in primo luogo la filosofia alessandrina, in secondo luogo della scuola alessandrina.
      Il Dio di Platone è vuoto, l'estasi lo rende positivo; la volontà di Zenone è arida, l'estasi le porge un oggetto; la voluttà di Epicuro è immonda, incerta, l'estasi le dà un oggetto purissimo, assoluto; l'apatia degli scettici erra nella contraddizione, nell'estasi divien beatitudine e trascende la contraddizione. Disperate del vero, perchè la mente è sempre distinta dall'oggetto che conosce? Disperate del bene, perchè chi gode è distinto dall'oggetto goduto? L'estasi trascende la mente, trascende l'anima, s'immedesima col proprio oggetto, ci accorda una rivelazione superiore, un bene infinito, ineffabile, inconcepibile, Dunque con l'estasi il filosofo giunge ad una potenza inaudita: oltrepassa il ragionamento, penetra l'ordine nascosto della natura, tocca all'albero della vita, può divenir profeta, può operare miracoli.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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