Tutto era astratto nella filosofia, tutto divenne positivo colla favola biblica. - Vi abbiamo ridotti in servitù, ma il simbolo era sì potente, la filosofia sì impotente, sì compiutamente assorta dal simbolo, che nella vostra servitù, voi che eravate un popolo d'individui perduti nella moltitudine, incapaci di interessare una città alle vostre dispute, incapaci di convertire un tiranno, quando la chiesa vi ha associato all'opera sua, avete partecipato alla signoria del mondo. Dominati dalla rivelazione soprannaturale, le vostre discussioni intorno a Dio, intorno alla libertà hanno sollevato una metà del mondo contro l'altra metà. Schiavi della religione, non foste mai più potenti che dal momento in cui avete perduta la vostra libertà; alcuni de' vostri furono da noi santamente esterminati, ma le vostre rivelazioni hanno trionfato».
E se i Padri fossero nel cielo di Platone potrebbero soggiungere scusandosi: «Che cosa fu il nostro Cristo? Fu la continuazione di Socrate, copiò Socrate, e ne fece un'iperbole. Socrate sdegnava le speculazioni intorno la natura, e non raccoglieva dagli antichi se non quanto bastavagli a viver libero nella natura redenta; Cristo disprezzava la filosofia e la scienza, non raccoglieva dalle rivelazioni del genere, dell'essenza, delle idee, della estasi se non quanto bastavagli a vivere sicuro nella natura. Cristo visse nella via pubblica, come Socrate; credette, come Socrate, alla verità; come Socrate disputò coi dottori; come Socrate mostrò che cercavano l'interesse nel falso.
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