Or bene, la metafisica lo attende al varco. convien che la repubblica stia all'equazione dell'ordine, della volontā di un Dio; convien che sia la comunione metafisica dei beni e delle donne. Campanella scorre attraverso l'impossibile, l'impossibile lo riconcilia col miracolo, gli fa accogliere i miracoli di tutte le religioni. Qui ancora il genio de' tempi moderni vuol salvo Campanella, lo toglie ai circoli fatali del peripatetismo; gli mostra che ogni nuovo culto vince in grandezza il culto antico; gli mostra che la religione non č un genere astratto, ma una rivelazione in progresso; gli mostra che ogni religione fu sempre vera, sempre giusta. Ma la metafisica interviene di nuovo, e la fede di Campanella non č irreligione, č religione; avversa il Cristo, ma ne riconosce i miracoli; avversa i misteri, ma accetta le profezie di Santa Brigida, le visioni di Postel; avversa Cristo disarmato che lascia la terra ai potenti, ma trae il millennio cristiano nella Cittā del Sole: la metafisica sottomette la repubblica universale all'individuo antico, al pontefice; ogni magistrato emana da tre sommi pontefici, lo slancio dell'irreligione e dell'umanitā s'inviluppa nel regime di un convento universale. E l'errore metafisico annienta il concetto nell'azione: per recarlo in atto Campanella si fa pontefice, si fa impostore, vuol ingannare il re di Spagna, gli indirizza il libro della monarchia ispanica, dove gli promette una tirannia piena di menzogne e d'inganni: non riesce nell'intento, cospira, č prigioone: il mondo conosce la Cittā del Sole, e il rivelatore cancella le mille volte quelle pagine immortali scritte nel martirio; ridiventa impostore, pubblica almeno venti libri cristiani, cottotici e romani, perchč il pontefice ingannato, soggiogando tutti i re, riunisca tutti i popoli.
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