Se v'ha il cielo, perchč la terra? Se v'ha la terra, perchč il cielo? Se la vita sta nell'anima, il nostro vivere nel corpo č sogno: se la vita sta nel corpo, č sogno la vita dell'anima: se la scienza terrestre ammessa dai deisti č vera, falsa č la scienza del cielo; e viceversa, se il cielo č, proscrive la terra. D'onde trarre l'immortalitą provvidentemente ricompensata o punita dell'anima? L'anima spoglia di sensi non sente, non vede, non soffre, non ha ricordanze, nč desideri; l'anima sfugge al deismo; e se vuol raggiungerla per parlarci del paradiso, esso deve rovesciare la natura, la cosmogonia, ogni veritą conquistata dalla scienza. Parimente se volete farci compiere, come si dice, il nostro destino, se volete soddisfare all'istinto che desidera l'immortalitą, dovete scompigliare tutta la scienza. Sģ, havvi in noi l'istinto che desidera l'immortalitą; ma se ogni animale ama la vita, aborre la morte, la respinge come una sventura definitiva ed ultima. E tale č pure l'istinto dell'umanitą. Si piange intorno al letto del morente, vedesi nella morte una luce che si spegne, una forza che si č consunta, un essere che si dissolve; quel lutto, quelle faci capovolte, quel canto lugubre che si perde lentamente nelle note minori, quelle bandiere trascinate a terra, que' tamburi velati, tutto svela che il dramma č finito. Volete compiere il destino a dispetto dell'apparenza, della veritą, come se altro non fosse in voi che la vostra giovinezza? Credete che la natura corrisponda all'aspettativa de' vostri primi anni?
| |
|