I primi lesi dal nuovo diritto sono il papa in Avignone, l'imperatore nel Belgio; poi il trono e l'altare trovansi minacciati in ogni Stato, poi la lega europea riunisce contro la Francia tutti i principi, tutti i sacerdozi dell'Europa. Da una parte la rivoluzione deve combattere ogni religione armata; dall'altra deve combattere ogni privilegio: che cos'è adunque la rivelazione, se non la guerra dell'irreligione e dell'eguaglianza? Essa vuole la giustizia presagita da Campanella, essa atterra il pontefice, l'imperatore, Cristo e Cesare, le quattro tirannie che Machiavelli aveva additate all'odio dell'Italia.
Capitolo III
LA GUERRA CONTRO IL PRIVILEGIO
L'opera della costituente cadde perchè inviluppò la dichiarazione dei diritti dell'uomo in un triplice equivoco che la paralizzava sui tre punti della religione, della proprietà e del governo.
Nella religione la lotta tra l'uomo e Dio era compiutamente dissimulata: l'irreligione proclamava la libertà, ma non proclamava sé stessa: la libertà dei culti non aveva un principio che la giustificasse, restava a mezz'aria, senza base, anzi riducevasi ad una specie di secolarizzazione. Essa stipendiava il clero, lo arrolava al suo servizio; la chiesa, diceva Thouret, è un servizio pubblico. Quindi se ne confessava l'utilità, se ne riconoscevano indirettamente i dogmi. Perchè non ne rimanesse dubbio, la costituzione proclamava l'esistenza di Dio, e Dio proteggeva Cristo; la libertà richiamava gli esuli protestanti, e il richiamo poteva essere inteso come un atto di tolleranza.
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