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      L'equivoco era sì generale, che il frate Gerle, per iscusare i patrioti accusati d'irreligione, proponeva di far decretare che la religione cattolica sarebbe sempre la religione della Francia. Senza dubbio Gerle era ingenuo; ma che venivagli risposto? dichiarate, se volete, rispondeva Buchotte,che la religione cattolica è la vostra religione: e qual era dunque la religione della rivoluzione? Tutti si tacevano: il detto più audace di Mirabeau si riduce ad una dissimulazione vestita d'insolenza. Mirabeau, levandosi, diceva le celebri parole: vedo la finestra d'onde un re di Francia tirava il primo colpo d'archibugio nella notte di san Bartolomeo. Queste parole trionfavano, ma erano equivoche, ma la libertà de' culti riducevasi a tollerare i protestanti, a proteggerli. Parimenti quando si discute la costituzione civile del clero, gli uomini della Costituente non si dicono cattolici, non si dicono d0altro culto, non si dicono filosofi, dichiarano esser loro intenzione di non regolare se non la disciplina. Dichiarate, dicono i cattolici, che non volete toccare lo spirituale. - Noi dichiariamo, rispose Mirabeau, che non lo abbiamo toccato. Audacissima ritirata che comprovava il proposito deliberato di mantenere l'equivoco, di nascondere il pensiero della rivoluzione, per cui la Francia dominata da un Dio astratto, servito dal clero a spese pubbliche per cui l'irreligione pagava la religione.
      La legge agraria fermavasi alla confiscazione dei beni del clero e alla soppressione dei diritti feudali: all'abolizione dei vincoli antiquati che soffocavano l'industria.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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