V'ha di più; l'istruzione pubblica è ancora serva della frase, s'impone a tutti i giovani lo studio del greco e del latino. L'erudizione greco-latina era il lusso della chiesa, ora ha missione di occupare il posto delle cognizioni necessarie alla vita, di escluderle sì che l'educazione del borghese resti signorile, liberale, inutile, e non serva se non a distinguerlo dalla plebe, a separarlo per sempre dal popolo. Per togliere la mente al popolo i ricchi la tolgono ai propri figli. Ascoltiamo Michele Chevalier, uno tra gli uomini più affezionati al governo di Luigi Filippo. «Le scuole,» dice egli, «sono solo l'ombra di quello che dovrebbero essere; io parlo delle scuole dei giovani, delle scuole di grammatica, di quelle che dovrebbero prepararci gli agricoltori... S'insegnano cognizioni poco necessarie, e non s'insegnano le cognizioni indispensabili. La stessa direzione che le menti vi ricevono non è buona, perchè i giovani non vi apprendono l'inclinazione al lavoro de' campi e delle manifatture, e vi attingono piuttosto l'avversione per ogni lavoro manuale.» Blanqui il seniore, è più esplicito. «Hannovi,» dice egli, « da 1000 a 1200 industrie, e una sol maniera di istruzione. L'insegnamento primario non conta se non 2,400,000 alunni; 8,000 comuni mancano di maestri pei fanciulli, 31,000 comuni non hanno scuole per le fanciulle, la metà sola dei giovani riceve qualche educazione. Quale è la conseguenza? Nel 1834 su 7,964 individui giudicati per delitti, ve n'erano 7.077 analfabeti.
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Michele Chevalier Luigi Filippo
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