La prima premessa della spedizione di Roma sta nel manifesto di Lamartine: sotto l'impero della libertà staccata da ogni dogma, Lamartine cominciava dal togliere alla rivoluzione il senso e le conseguente della rivoluzione; riduceva la repubblica a una forma di governo come la monarchia, a un'affare assolutamente francese e interno: «La proclamazione della repubblica», sono le sue parole, «non è un atto aggressivo contro veruna forma di governo nel mondo. Le forme di governo hanno differenze tanto legittime, quanto la differenza di carattere, di situazione geografica e di sviluppo intellettuale, morale e materiale presso i popoli: le nazioni, al pari degli individui, hanno le loro diverse età » . Lamartine distoglie i popoli dalla rivoluzione, li sconforta dall'imitare la Francia. «Un popolo», secondo lui, «si perde, se non aspetta l'ora della sua maturità». Il manifesto accusa anticipatamente i rivoluzionari che volessero subordinare le forme politiche ai principj della rivoluzione. «La monarchia e la repubblica», dice Lamartine, «non sono agli occhi dei veri uomini di Stato principi assoluti che si combattano a morte; sono due fatti che si contrastano, e che possono vivere a fronte l'uno dell'altro comprendendosi e rispettandosi » . Così il vero uomo di Stato non è d'alcun dogma, vivo dalla libertà che protegge ogni dogma, vive nel formalismo dell'occasione, della circostanza; la coscienza non è legata, ogni fede è soppressa.
Dopo di aver separata la rivoluzione dalla libertà, Lamartine compiva il lavoro ritorcendo la libertà contro la rivoluzione.
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