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      Il contratto con cui ai acquista la proprietà è un atto sottoscritto dinanzi al sovrano, e per esso si diventa comproprietario, consovrano; si riceve una proprietà guarentita. L'ordine pubblico si fonda sul contratto sociale del sovrano e dei proprietario; è lo proprietà che deve governare; il governo dev'essere un despotismo legale. Quesnay, Mercier, De la Rivière, i fisiocratici, difendevano così l'antico regime, traducendo l'antica teoria in un nuovo linguaggio: la parola proprietario applicavasi egualmente al nobile, al borghese, a chi eredita la sua fortuna, a chi la guadagna, e chi cede il proprio fondo, a chi lo prende in affitto, al proprietario ozioso, all'affittaiuolo attivo.
      Alla teoria della proprietà Quesnay aggiungevano un'altra dell'industria e del commercio. In sua sentenza, l'uomo che non è proprietario, sia artefice, sia commerciante, non deve ricevere alcuna protezione, e non deve pagare alcuna imposta. Non deve, ricevere protezione: nel fatto egli non è produttivo come il proprietario, egli è sterile; si limita a manifatturare, a scambiare i prodotti della terra; la sua industria, il suo cambio non sono altro che servigi resi al proprietario. Proteggete voi i suoi servigi? esagerate voi i suoi profitti? Esagerate lo stipendio che riceve dal proprietario, proteggete uomini senza patria, che non hanno radice nel suolo, che sono nemici di tutti i veri produttori (i proprietari), e che formano tra di essi una vera lega contro il genere umano. Ogni protezione accordata al commercio è dunque un'imposta stabilita in favore dei negozianti sulla proprietà, una ruina per il proprietario, una pubblica calamità, poichè inaridisce la sorgente della ricchezza, distrugge le ricchezze riproduttive, quelle del suolo.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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