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      Dunque concludevasi: devono essere abolite le dogane, dev'essere libero il commercio; non si ha a temere che una nazione s'arricchisca a detrimento delle altre. Ogni compratore č venditore, ogni venditore č compratore; le merci si scambiano colle merci, e non si scambiano, in ultima analisi, se non i prodotti del suolo. In secondo luogo, i non proprietari non devono pagare alcuna imposta: e proponevasi l'abolizione di tutte le imposte indirette, le tasse, capitazioni, dazi, ecc.: ciņ perchč erano pagate dal proprietario, che pagavale col salario; meglio dunque valeva che l'uomo sterile fosse lasciato a sč, libero, e che il proprietario pagasse direttamente il sovrano. L'imposta indiretta, secondo Quesnay, 1.° incarisce i salari, 2 ° ricade sulla proprietą, 3.° ricade sul sovrano, 4.° distrugge la ricchezza riproduttiva, e 5 ° ruina tutti. Bisogna adunque che ogni imposta sia diretta, che il governo sia pagato dei proprietari, che essi soli portino i pesi dello Stato.
      La teoria di Quesnay č una vera reazione incendiaria; mentre combatte con disprezzo la teoria dei lusso e delle protezioni, l'oltrepassa in ogni punto a favore del proletario. Accorda libertą piena, intera, assoluta al commercio ed all'industria; scioglie l'uno e l'altra da ogni vincolo, da ogni imposta, da ogni tassa. Quesnay suppone, per la prima volta, che l'istinto, il quale provoca lo scambio e sostituisce un valore all'altro, č il migliore dei giudici; suppone che bisogna assecondare l'interesse di tutti, che non devesi combatterlo, nč governarlo.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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