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      La rivoluzione liberò Socrate prigione della teologia, ne divulgò la parola, la trasmise a tutti gli uomini, e vuol costituire l'umanità sulla terra colla forza della scienza e con quella del diritto. Da mezzo secolo la metafisica tende un'ultima insidia alla rivoluzione: essa trasporta il problema della scienza nelle antinomie dell'essere, e il problema dell'eguaglianza nelle antinomie del diritto. Ne consegue, che abbiamo il regno della scienza fatta astrazione dalla verità, il regno della libertà fatta astrazione dai dogmi, il regno dell'eguaglianza fatta astrazione dal riparto, il regno dell'industria fatta astrazione dal capitale: e s'incoraggiano le nazionalità senza badare all'umanità; si pensava perfino a fondare un impero meno l'impero, un papato meno il papato, quasi fosse proposito deliberato di predicare la rivoluzione meno la rivoluzione, mantenendoci in eterno nel regno dell'impossibile. I miseri cavilli della metafisica sarebbero morti nel vuoto delle scuole, se leggi equivoche a disegno non li avessero tratti in piazza per stabilire una tregua tra la rivoluzione e la controrivoluzione. Ma la tregua non regge; ad ogni momento vediamo avvicinarsi il giorno della guerra. Gli uomini di poca fede si ricordino che l'impostura aperta non ha mai regnato, e noi viviamo sotto l'impostura del borghese, che governa le religioni: si ricordino che la confidenza negli eventi imprevisti non è cieca, è la fede stessa nel vero, il quale, tradito in ogni punto da una società che si fonda sul falso, promette una ruina imminente, un vicino trionfo; si ricordino che non vi fu mai progresso che non toccasse alla proprietà e alla religione, e che non fosse progresso dell'eguaglianza e della scienza; si ricordino che il dato di Voltaire, di Rousseau, di Weisshaupt ferve in ogni cuore, e, tolto il velo del formalismo, già dall'89 al 93 quattro soli anni bastavano per trascorrere dall'equivoco della libertà al regno della scienza e dell'eguaglianza . Quanto a noi, visto nella critica l'arme che pon fine alla metafisica, visto nella critica decretata a priori la catastrofe di ogni formalismo, visto che la critica ci spinge sul campo della rivelazione naturale. ci rinchiude nel fatto, ci lega alla terra e ci vieta di uscirne; noi abbiamo sentito compiersi d'un tratto nella nostra mente la filosofia della rivoluzione, e da quel punto il dissimulare ci parve tradimento.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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