No, risponderebbe Giannone a torto o a ragione, la metempsicosi, le metamorfosi, le trasmigrazioni vi lasciano sulla terra, incatenano l'uomo alla natura attuale, vi promettono quasi sempre la conquista di Troja, la terra di Canaan, il trionfo della vita, come l'apogeo del nostro destino e se trasportate nel passato altre speranze vi trasportate voi stessi, la vita vostra, la vostra religione e vi esagerate le nozioni colle quali gli antichi finivano poi coll'alterare e distruggere le proprie credenze. Intendasi con discrezione il sistema di Giannone, intendasi sopratutto come una storia filosofica, si consideri come il tentativo fatto da un uomo cui mancava l'erudizione de' tempi nostri e lungi dal trovarlo inferiore a sč stesso si vedrą invece l'ingegnoso suo procedere che ricostruisce l'antichitą spogliandosi delle idee moderne sull'anima spirituale, sul Dio invisibile, sulla natura episodica del mondo, sull'accidentale ed effimera parte sostenuta dai nostri corpi sulla terra.
Da una parola di Giannone nel titolo del capo I della II parte, e ripetuta poi nel titolo del capo II, si scorge che egli attribuisce la dottrina di Mosč non solo ai legislatori ed ai rivelatori del mondo pagano ma altresģ ai filosofi dell'antichitą come se almeno riputassero tutti terrestre il nostro fine. Diodoro, Erodoto, Strabone ed altri storici gli fornivano numerose prove di quest'asserzione, perchč voi sapete, o signori, che la servitł del pensiero č cosa moderna; ed essendo sciolti i Greci ed i Romani dall'obbligo di far concordare i loro sistemi coi dogmi di una religione filosofica, le tolleranti divinitą dell'Olimpo, permettevano loro di attenersi alla natura delle cose.
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