Intanto conchiuderō dicendovi, che noi sappiamo l'ora e il giorno in cui, compita la corruzione del secondo regno incominciava il terzo regno del pontefice ed erano l'ora ed il giorno in cui S. Gregorio, passando dinanzi al monumento di Adriano, piangeva sulla sorte di quest'imperatore, che pio e caritatevole erasi fermato nell'atto di partire per una lontana spedizione, ed aveva reso giustizia ad una infelice che invocava la sua protezione. Il pontefice inginocchiato pregō per l'anima dell'illustre dannato, e Dio commosso gliela concesse e l'accolse in cielo, alla condizione nondimeno che fosse l'ultima preghiera a favore dei reprobi. Io non so, o signori, se fosse pio Adriano per essersi fermato a rendere giustizia, nč se fosse uso dei Cesari di esercitare in questo modo la parte di giudici, all'imitazione dei primi re della Scrittura. Ma noi sappiamo che quest'ultima grazia concessa a un dannato viene considerata come un fatto dai pių celebri teologi, e che lo stesso S. Tomaso la commenta; ed essa seriamente implica l'idea che l'anima di Adriano saliva direttamente al cielo; e dal pontificato di Gregorio comincia definitivamente l'ascensione diretta delle anime in paradiso, senza pių attendere la fine del mondo, la risurrezione dei morti e il giudizio universale.
LEZIONE SESTAIL CIELO PONTIFICIO
Rimane stabilito che il cielo dei pontefici non č pių quello degli Apostoli, che le anime vi salgono direttamente, e che subito vi fruiscono della beatitudine eterna. Non potete imaginarvi, o signori, la rivoluzione operata sulla terra da questa subitanea beatificazione degli eletti.
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