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      La festa della Concezione giunge solo nel XII secolo, malgrado gli sforzi di S. Bernardo alle prese coi canonici di Lione per impedirla. Ma tosto la madre di Dio, trionfando d'ogni opposizione, invade il calendario e vi fa celebrare i menomi atti della sua vita, la visita, l'aspettativa, il parto, i sette dolori, il rosario, il Carmelo, la neve, il matrimonio; si solennizzano le imagini sue scese dal cielo, quelle dipinte da San Lucca; la sua casa viaggia nell'aria, e nel mentre che i suoi innumerevoli miracoli riempiono la terra, sul mare si sostituisce a Venere proteggendo i marinai. Col tempo si stabilisce l'uso di non mai pregare suo figlio senza pregarla nel medesimo tempo; nel XV secolo Vincenzo Ferrerio introduce l'abitudine d'invocarla al principio di tutte le prediche, e al dire di Erasmo, essa prende il posto della Musa degli antichi. Lojola se ne dichiara il cavaliere, Mendoza sostiene che adorandola nessun uomo può dannarsi; gli onori prodigatile sono tanti, che spesso la moltitudine la rispetta più di G. Cristo, il quale alla fine non è altro che il figlio suo. Alcuni popoli, come gli Ungheresi, soggiunge Giannone, sono arrivati a tal grado di superstizione, che la credono loro vera regina e nei loro atti pubblici e privati danno al loro Stato il nome di regno Mariano, nell'istesso modo che presso Omero le città di Sparta, Argo o Micene erano dedicate a Giunone, che le aveva ricevute in dote da Giove suo fratello e marito. Torna inutile di dirvi, o signori, come tutte le sante approfittassero a poco a poco del crescente culto di Maria, partecipando anch'esse alle adorazioni accordate al sesso virile.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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