Questi tempj, queste imagini, queste adorazioni non si fermano nella sfera della semplice estetica, ma consacrano ed ordinano il governo della Chiesa. Lo consacrano, dico io, perchè a poco a poco ogni vescovo riceve morendo il titolo di santo, ogni monastero divinizza i suoi più rispettati defunti, e questa immediata deificazione di tanti personaggi messi al seguito degli Apostoli e dei martiri si estende naturalmente ai loro successori ancora viventi sulla terra e rende inviolabili e sopranaturali tutti gli uomini del clero. Quindi i santi si moltiplicano in modo strepitoso; ed ogni epoca ne crea a centinaja. Gregorio VII trasporta in cielo tutti i papi martirizzati; la Chiesa greca, che non vuol stare indietro, vi trasporta i suoi più celebri imperatori, cioè Costantino e Giustiniano, due secoli più tardi essa esalta alcuni santi prima dimenticati, come Luca, Crisostomo, Anastasio ed Anna, la madre di Maria, di cui prima ignoravasi perfino il nome. L'Occidente accogliendo i nuovi santi d'invenzione bisantina, aggiunge alla festa di sant'Anna quella di san Gioachimo suo marito, alla festa di Maria quella di san Giuseppe suo sposo, e il cielo diventa simmetrico. Nel XVI secolo gli ordini religiosi che vengono riformati, gli altri ordini nuovamente instituiti santificano i loro riformatori, fondatori e protetti; ogni difensore della fede contro l'eresia della Germania acquista un credito quasi divino, e i Teatini, i Filippini, i Gesuiti forniscono ai fedeli una nuova messe di eletti.
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