L'ascensione diretta delle anime in cielo diede nuova importanza ad un'altra regione, di cui non č ben certo che gli Apostoli avessero un'idea chiara e distinta. Nel Vangelo non si parla che del paradiso e dell'inferno, della salvezza o della dannazione. Secondo Giannone, S. Ambrogio e S. Girolamo non ammettevano situazione intermedia, e lo stesso S. Agostino mostrasi perplesso sull'esistenza di un luogo di espiazione per le colpe veniali. Lo storico napoletano vuole che il purgatorio sorga nell'immaginazione dei credenti nel secolo XI, e senza seguirlo alla lettera, senza nemmeno dargli ragione contro il padre Alessandro Natale (Noėl), si puņ facilmente accordargli, che se nell'antichitą, se nel medio evo vedonsi qua e lą delle ombre erranti, delle anime in pena, sono apparizioni staccate, spettri avviluppati da leggerissime fiamme, semplici episodj della paura e della superstizione. Il vero purgatorio col suo governo, colla stia gerarchia, colle sue tariffe non nasce che nell'undecimo secolo quando la religione si estende, rinnova le sue chiese, e getta le fondamenta delle cattedrali che sono ancora le meraviglie della nostra civiltą. Allora il cielo si era abbellito e popolato di santi, l'inferno aveva presa quella sua forma ignea e sotterranea che inspira ancora tanto spavento e per euritmia fu reso ampio e regolare anche il domicilio di tutte le anime condannate a finire nell'altro mondo le penitenze loro imposte dal confessore. Apparve quindi il purgatorio de' nostri tempi anch'esso stipato di numerosissime ombre penanti e speranti quantunque giacesse ancora sulla terra il loro cadavere.
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