Allora questa tetra dimora di anime destinate a salire da un'anno(17) all'altro nelle regioni del cielo, inspirò una profonda compassione, e la spedizione delle crociate sì favorevole ai servi, ai debitori, ai perseguitati a tutti gli afflitti dell'antica società si fondò sull'indulgenza promessa dal pontefice per liberare gli eletti in pena e tutti i quasi santi momentaneamente abbrustoliti dalle fiamme espiatorie. Gli uomini che non avevano denaro per pagare i loro debiti, i servi impazienti di sottrarsi ai loro padroni, tutti gli infelici condannati alla miseria dal sistema feudale, tutti gli ambiziosi in ricerca di mezzi per far fortuna prendendo la croce diventarono militi del purgatorio e diedero corso forzato al valore imaginario delle indulgenze.
Brevemente nel 1086 il pontefice dà la prima indulgenza plenaria ai crociati e diventa il gran penitenziere dell'altro mondo, dove trasporta con magico traslato la remissione delle pene che i vescovi solevano accordare ai penitenti sulla terra. Da quell'istante l'ascensione diretta delle anime viene sciolta da ogni condizione; ogni crociato sale diritto in paradiso, e il pontefice acquista l'influenza di un Dio. Finchè esso liberava Socrate o Adriano, erano, per così dire, astratti ed accademici i suoi miracoli, e ne risentivano i fedeli una gioja meramente estetica; ma quando intesero che potevano liberare subito i loro parenti, le loro madri, i loro figli, i loro amici, la generazione colla quale avevano vissuto, il suo potere cadde nel commercio delle speranze e dei timori quotidiani, e si potè farne conto per salvare le anime evidentemente nè santificate, nè dannate, nè interamente buone, nè assolutamente perdute.
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Dio Socrate Adriano
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