Quindi un nuovo periodo (il settimo nella serie) nel quale il regno pontificio si vede assalito dalla Francia e dall'Impero, diviso dalla doppia sede di Avignone e di Roma e in balia delle nazioni che incominciano a destarsi. -Quindi nell'ottavo periodo da Martino V a Leone X, Alessandro VI esercita appena un simulacro di potere col dare l'America alla Spagna, e coll'assistere suo figlio nel tentativo di fondare un impero italiano; ma, quest'impero ereditato da Giulio II e da Leone X, si riduce ad uno Stato, e il Nuovo Mondo non compensa la perdita del nord dell'Europa liberato dalla Riforma. - Oramai si parla, si discute, si rivede il passato, e pertanto nel nono periodo da Leone X a Sisto V i pontefici si contentano di stabilire le proprie famiglie negli Stati italiani, col dare Firenze ai Medici e Parma ai Farnesi, - e nel decimo ed ultimo periodo da Sisto V a Clemente XII anche la potenza di creare nuovi principi si riduce allo sforzo per favorire le nuove famiglie dei Borghesi, dei Barberini, di altri, e il regno papale si riduce a simulate mediazioni, sdegnate dai principi, ad accordare esenzioni, privilegi, premj imaginarj ai fedeli, a dare dei cardinalati alle corti, o dei santi alle moltitudini oramai indifferenti alle decisioni di Roma.
Questa, o signori, è la storia dei tre cieli, secondo Giannone, e voi vedete, che oramai le anime staccate dal corpo più non sanno dove riposarsi e stanno per morire di inanizione, e siamo addotti alla conclusione, che finirà il regno pontificio come il regno terrestre.
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