Se in questo giro d'ipotesi a traverso i diversi strati delle passate tradizioni più originale è l'autore della Scienza nuova, al certo più ampio, più vero, più istorico è lo scrittore del Triregno.
Gli errori di Giannone sono senza dubbio numerosi, ma sono gli errori della scienza nascente; sono ancora gli errori di Vico. E dite pure che passando dalla Storia civile al Triregno muta di metodo, e invece di scender dall'alto, sale dal basso, spiegando i capi colle moltitudini. Il mutare di idea è condizione talmente inseparabile dall'invenzione, il sostituire i popoli ai capi è sì necessaria e sì difficile condizione della scienza istorica, che Vico capovolge egli pure interamente il suo metodo nel passare dal libro Sull'antichissima sapienza degli Italiani al libro della Prima Scienza nuova, e laddove trattando dell'antichissima sapienza italiana supponeva che i filosofi avessero inventata o perfezionata la lingua latina, nel parlare poi delle origini del diritto delle società e delle religioni e delle lingue stesse si ricrede di questo suo errore insegnando come siano al contrario i popoli inventori di ogni nozione, poi meditata dai sapienti e nuovamente elaborata nelle accademie dei dotti.
Dite pure che l'erudizione dell'autore della Storia civile è negligente, e che troppo ciecamente si fida degli altri storici quando la scintilla dell'invenzione non lo spinge a rivedere i fatti: ma voi trovate la stessa negligenza assai più esagerata nel suo concittadino quando imagina i suoi uomini primitivi prima giganti, perchè materialmente ingrassati dal fango in cui giacevano, poi spaventati da uno scoppiar di folgori ingenerate duecento anni dopo il diluvio coll'umidità della terra, e più tardi intesi non si sa come a legare le loro donne nelle grotte perchè non se ne vadano altrove.
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