Pagina (145/187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essi costruiscono l'impero colle loro mani, lo sottraggono alle inondazioni, lo rassicurano contro i cataclismi del Kiang e del fiume Giallo, esigono che gli astronomi premuniscano i popoli contro lo spavento delle eclissi ed organizzano in modo il governo che diventa una conquista perpetua della terra promessa a nome dell'arte e dell'industria. Gli altri imperatori si estendono colla muta religione degli antenati e colle leggi, con usi, con instituzioni che escludono persino il sospetto che si trasporti oltre la temba(19) il destino del popolo chinese. Ma quando poi il celeste impero si costituisce con una conquista simile alla conquista dei Romani compita nel medesimo torno di tempo, allora i sogni dei settarj e il vaneggiare del volgo corrompono la muta religione degli antenati ed evocano innumeri spettri. Quindi negli stessi anni in cui il cristianesimo annunzia la resurrezione spezzando le tombe, anche alla China il Buddismo rompe il sonno inviolato degli antenati e si mettono le moltitudini alla ricerca di un regno celeste, anche alla China simile ricerca propaga il disprezzo del mondo e dell'impero che si decompone o decade, come a Roma, anche alla China scissa ne' due imperi del nord e del sud sorge a Nan-King una nuova capitale simile a Bisanzio per dedicarsi al culto del regno celeste, anche alla China i nuovi settari giungono a traverso le persecuzioni a fondare i loro vescovadi e patriarcati i quali egualmente nei tempi di S. Gregorio ubbidiscono ad un pontefice supremo, col quale può dirsi che pure il Buddismo abbia il suo cielo pontificio o poichè gli troviamo e la donazione di Caro Magno alla chiesa fattagli dai Tartari nel Tibet e perdonanze, indulgenze, processioni, pellegrinaggi, monasteri e tutta una teologia con scuole, dottori, dispute, concilj assolutamente estranei all'antica sapienza chinese, che perdura nei mandarini studiosi della dottrina dì Confucio e della letteratura degli Han come in occidente i dotti ed in genere gli uomini simili a Giannone risalgono non a S. Gregorio o a S. Agostino o a Tertulliano, ma i tempi greco-romani dove trovano i primi loro maestri in Socrate in Platone o in Epicuro, ne' Bruti, ne' Gracchi, negli Antonini cioè negli uomini grandi dell'era del regno terrestre.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





Kiang Giallo Romani China Buddismo China Roma China Nan-King Bisanzio China S. Gregorio Buddismo Caro Magno Tartari Tibet Confucio Han Giannone S. Gregorio S. Agostino Tertulliano Socrate Platone Epicuro Bruti Gracchi Antonini