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      Rotte le calze, rotte le scarpe, "cammina a nudi piedi sul pavimento della stanza". (1744). Gli abiti nuovamente a stracci non bastano più a coprirlo, e gli si compera a stento un capotto vecchio di panno grossissimo e senza proporzione col suo corpo. Dorme su d'un letto di munizione, mangia in scodella di creta, veglia con un candelliere di legno a olio; difficilmente ottiene il lusso di un bicchiere di vetro, perchè l'ajutante della cittadella di Torino avrebbe voluto che bevesse nella brocca di cui si serviva per lavarsi le mani. Erangli assegnati 50 soldi al giorno per il vitto, ma l'ajutante gliene toglieva i tre quinti, prelevando una tassa su tutto, fin sulla barba, e vivevo (dic'egli) con una sola vivanda di carne a lesso, e quando voleva banchettate vi aggiungeva un cacio.
      Gli era concesso di passeggiare nell'interno della fortezza per due ore al giorno, ma sotto la custodia dell'ajutante, per cui questo necessario esercizio veniva subordinato anch'esso ai capricci, al mal umore, alla negligenza del sorvegliante. Lascio cento particolari sulle brutalità da lui subite, sulla umidità delle sue carceri, sulla perdita e confusione dei libri e scritti ogniqualvolta veniva trasferito da una fortezza all'altra. Basterà il dire, che inutilmente reclamava gli abiti, i libri, le medaglie, i mobili, o il valsente degli oggetti venduti o distrutti dall'infame Guastaldi: l'ajutante gli rideva in faccia, dicendogli che il ricavo era stato impiegato a dire delle messe a sua intenzione; il padre Prever era cieco e muto; il governo accoglieva le petizioni, verificava i conti, e definiva il tutto mettendo i suoi libri nella biblioteca dell'università di Torino, come se fossero di nessuno.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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