Ma, sopra tutto, la convinzione profonda, che Napoli è suolo dove il germe di ogni nuovo principio e d'ogni alto ideale ha sempre la sua maggiore espansione per l'intuito felicissimo di questo popolo, in cui più vivamente italiana palpita l'anima d'Italia. Napoli dove il diritto criminale ha contato da Filangieri, Pagano e Niccolini fino a Zuppetta ed a Pessina, grandi maestri di una scuola, alla quale noi vogliamo succedere non per mania di demolizione ma con intelletto d'amore, con riverente affetto e per l'indeclinabile dovere di evolvere ciò che essi non poterono, perchè ogni epoca ha la sua missione scientifica. Napoli specialmente, ove da oltre quarant'anni la scuola classica criminale ebbe da Zuppetta mirabile sistemazione di quei principii, che poi da altri furono riprodotti ed ampliati; e Pessina, fin dal 1879, dopo i primi albori della nuova scuola criminale, sosteneva la necessità pel diritto penale di rinnovarsi nell'onda pura del naturalismo.
Ora, pochi studiosi, da una diecina d'anni, seguiti via via da una falange sempre più numerosa e serrata di forti commilitoni hanno iniziato e proseguito questo rinnovamento, attuando così il voto che il vostro maestro di diritto criminale esprimeva da questa cattedra (1).
Certo l'opera nostra non risponde in tutto alle mire di chi l'annunciava come desiderio e bisogno comune; ma questa è contingenza che non elimina la necessità costante e perpetua nella scienza, che ognuno cerchi di portare innovazioni al patrimonio intellettuale della generazione, cui esso appartiene.
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