Essa incontra quindi come primo fondamentale problema, questo riapparire costante del delitto in ogni paese. Problema Capitale, massime in Italia ove sono eserciti di delinquenti, maggiori che in altre nazioni.
L'Italia, che nel 1862 aveva circa 28,000 detenuti condannati, tralasciando quelli solamente imputati, nel 1872 ne aveva 43,000, cifra accresciuta anche pel riacquisto delle provincie di Roma e Venezia, strappate al giogo straniero e ridate all'organismo nazionale; nel 1882 ne aveva 51,000. E per darvi alcune cifre isolate, che sono però un sintoma eloquente, e per citarvi il reato più grave, il numero degli omicidii, che in Inghilterra è attualmente nella ragione annua di 11 per ogni milione di abitanti, in Francia è di 15, in Prussia 13, in Italia 91!
Il che vuol dire che questo problema penale acquista in Italia una tale acutezza, che veramente deve essere una delle cause, per cui l'ingegno italiano così felicemente si applica alla scienza dei delitti e, delle pene, da far subito germogliare e crescere rigoglioso un nuovo organismo scientifico, là dove l'esaurimento era già sopravvenuto nelle teoriche del dritto criminale classico.
E così il positivismo scientifico c'insegna anche ad essere modesti; giacché se si è determinata questa nuova corrente nella scienza criminale, è perché le condizioni dell'ambiente esigevano questa condizione di cose.
Quindi nè bisogna darne merito esclusivo a questo o quel pensatore, nè credere poi che questa nuova scuola sia nata per velleità capricciosa di questo o quello studioso, anzichè per un bisogno vero ed urgente della popolare coscienza morale e giuridica.
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