Non potrebbe quindi la volontà umana (che poi non è una facoltà per sè stante, ma è l'astrazione ed il ricordo di tutti i singoli atti volitivi, di cui ognuno ebbe coscienza nella, sua vita, atti singoli che solo esistono realmente, di momento in momento) non potrebbe la volontà umana, ex nihilo, per un solo fiat di una supposta libertà, aggiungere o togliere nulla alla determinazione delle cause, che in un dato istante la sollecitano, la urtano, la premono, la decidono in un determinato senso, che è quindi la risultante delle varie forze presenti.
E l'esperienza quotidiana può darcene lo prove più convincenti. Ognuno di noi ha provato quanto varii, per energia e per carattere, la nostra volontà sotto l'impero di circostanze speciali, o fisiche (come lo stato dell'atmosfera, lo scirocco ecc.) o fisiologiche, (come la digestione, l'irritazione nervosa, l'eccitazione, l'esaurimento, l'ozio, o l'esercizio muscolare) o psichiche, (come il successo o l'insuccesso di un'opera nostra, la vista continua dì cose liete o tristi, l'amore o l'odio); circostanze tutte, che sono certamente, nel loro inizio, indipendenti da noi e che, soltanto per un'illusione nostra, crediamo di dominare poi, mentre ne siamo dominati. Ognuno di noi avrà provato, come la mattina, riposati da un sonno riparatore, ci sentiamo agili o forti e disposti ad operare, con decisioni volontarie rapide, nette, precise; e come invece, dopo il lavoro mentale o muscolare di molte ore, ci sentiamo fiacchi anche moralmente, senza energia di volontà, oscillanti tra il fare e il non fare, incapaci di iniziativa, di decisioni pronte e sicure.
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