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      Ed è qui appunto, che la diversità dei fattori criminosi e la conseguente distinzione delle varie categorie di delinquenti determina la varietà dei mezzi difensivi contro il delitto, che la sociologia criminale addita alla società, trascendendo le linee grette del codice penale, e spingendosi, come già dissi, nel più vasto e fertile campo della prevenzione, coordinando nelle quattro seguenti categorie tutte le forme di difesa sociale. E queste sono: i mezzi preventivi o di igiene sociale, che mirano ad impedire l'apparizione stessa del delitto — i mezzi riparatorii odi risarcimento civile, che sono rimasti sinora lettera morta, per la separazione illogica imposta finora dalla scienza classica fra diritto repressivo penale, diritto coattivo civile e provvedimenti preventivi — i mezzi repressivi temporanei, che possono essere alcuni di quelli ora costituenti quasi tutto l'arsenale punitivo — e finalmente i mezzi eliminativi, per i quali la società, riconosciuto assolutamente inadatto alla vita sociale un dato individuo, lo esclude dal proprio organismo, per una funzione di disassimilazione, che già in ogni organismo vivente è la base stessa della vita, che lotta contro gli elementi non assimilabili.
      E queste varie forme di difesa sociale sono subordinate a questi due massimi criteri della sociologia criminale: I. che la società deve anzitutto dare l'opera principale ed assidua ed inesorabile all'applicazione dei mezzi preventivi, anzichè aspettare che il male sia fatto, per poi colpire senza ripararlo — II. che, di fronte ad un reato avvenuto, la temibilità del delinquente, sia norma fondamentale per opporre il solo mezzo riparatorio o ricorrere a quello repressivo o spingersi infine all'estremo mezzo eliminativo.


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La scuola criminale positiva
Conferenza nell'Università di Napoli
di Enrico Ferri
Enrico Detken Libraio Napoli
1885 pagine 42