Però non ci ha lasciato senza modo di poterlo comprendere. E se non vogliamo riconoscere il lume che ce ne presta col dirsi uscito dalla selva, poichè vi fu rientrato, per mezzo di Virgilio, d'un poeta, del suo maestro e del suo autore, di colui dal quale aveva tolto il bello stile che lo ha onorato; dall'aver Dante, quando lo vide apparirgli nel gran deserto, pregato Virgilio di soccorso per quell'amore e per quello studio che gli ha fatto cercare il suo volume; e ancora dall'aver Beatrice mosso Virgilio a soccorrer Dante con la sua parola ornata che onorava lui e quelli che l'hanno udito, e dall'avere Virgilio persuaso Dante a seguirlo per il tanto bene che gl'imprometteva il suo parlare (Inf. C. I, v. 79-87, v. 112-114, v. 130-135; C. II, v. 67, v. 113, 114, v. 126) troviamo che ci vien espresso al Canto XV dell'Inferno in un dialogo che tiene Dante con ser Brunetto Latini che fu suo precettore. Udiamoli: è ser Brunetto che incomincia rivolto a Dante:
v. 46. «.... Qual fortuna o destinoAnzi l'ultimo di quaggiù ti mena?
E chi è questi che mostra 'l cammino?
Là su di sopra in la vita serena,
Rispos'io lui, mi smarri' in una valle,
Avanti che l'età mia fosse piena.
Pur ier mattina le volsi le spalle:
Questi m'apparve, tornand'io in quella;
E riducemi a ca per questo calle.
Ed egli a me: Se tu segui tua stella,
Non puoi fallire a glorioso porto,
Se ben m'accorsi nella vita bella.
E s'io non fossi sì per tempo morto,
Veggendo il cielo a te così benigno,
Dato t'avrei all'opera conforto».
Dove si ravvisa senz'altro che Virgilio, il quale riduce a casa Dante per lo calle dell'Inferno, che è quello che batteva allora quando parlava con ser Brunetto, è quell'aiuto che gli può prestare o che gli può avere prestato l'Eneide, o collo stile o colla materia, a comporre il poema che stava creando, e che lo deve recare a casa, ovvero sul nobile ed elevato sentiero che aveva smarrito, il quale è strada per giungere a porto glorioso(3). E su qual altro argomento poteva ser Brunetto, dannato nell'Inferno, e che quindi si deve supporre che fosse stato peccatore perduto, su qual argomento, dico, poteva porgere a Dante conforto nell'opera, se non se aiutandolo coi precetti a condurre il poema, ei che fu suo maestro?
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