E ben intese o mostra d'aver inteso il Latini che cosa voleva significare l'andar di Dante per l'Inferno, s'egli senz'altra spiegazione lo chiama opera. Oltre di questo è da por mente ancora che Dante ha fatto parlare in cotal guisa ser Brunetto dopo che al Canto X dell'Inferno medesimo per bocca di Cavalcante Cavalcanti ci ha reso avvisati che il suo viaggio pel tenebroso carcere colla scorta di Virgilio non è altrimenti che il comporre che fa la sua Divina Commedia. Ne reco il testo perchè ciascuno ne vada persuaso; e mi si perdonerà se riporto intero un quadro che è sublime, e che io non saprei mutilare, benchè non tutte le parti mi sieno necessarie,
v. 52. «Allor surse alla vista scoperchiataUn'ombra lungo questa infino al mento:
Credo che s'era inginocchion levata.
Dintorno mi guardò, come talentoAvesse di veder s'altri era meco;
Ma poi che il sospicar fu tutto spento,
Piangendo disse: Se per questo ciecoCarcere vai per altezza d'ingegno,
Mio figlio ov'è? o perchè non è teco?
Ed io a lui: Da me stesso non vegno:
Colui, che attende là, per qui mi mena,
Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Le sue parole e il modo della penaM'avean di costui già detto il nome:
Però fu la risposta così piena.
Di subito drizzato gridò: ComeDicesti: egli ebbe? non viv'egli ancora?
Non fiere gli occhi suoi lo dolce lome?
Quando s'accorse d'alcuna dimoraCh'io faceva dinanzi alla risposta,
Supin ricadde, e più non parve fuora».
Se dunque Dante viene tratto e impedito di ritornare alla selva, chiamata ancora basso loco da Virgilio, come vediamo, e come vedremo detto, coll'insegnargli a scrivere un poema che lo deve menare a porto glorioso, questo basso loco o questa selva e valle, sarà l'oscurità, l'inonoratezza della vita, ove l'Alighieri era stato ridotto dalle mondane cose a cui s'era dato, seguendo false immagini di bene dopo la morte di Beatrice, e dopo che ebbe abbandonato la luminosa via degli studii che teneva, lei vivendo.
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