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      Se vuoi campar d'esto loco selvaggio».
     
      E dopo avere palesata Virgilio la malvagia natura di questa bestia insazievole, la quale s'ammoglia a molti animali, e a più s'ammoglierà ancora finchè verrà il Veltro che la finirà di dolore, e che cacciandola per ogni villa la rimetterà nell'Inferno donde fu tratta dall'invidia, gli viene indicando che il viaggio che gli convien tenere per campare da quel luogo selvaggio ove stava la bestia che gli tolse la corta via del bel monte, è per l'Inferno e il Purgatorio, e che ve lo condurrà egli stesso. Che se poi vorrà Dante salire fino ai cieli, ivi lo guiderà Beatrice, che fu quella da cui fu mandato Virgilio perchè Dante fosse salvo dalla morte che lo combatteva sulla fiumana ove il mare non ha vanto (Inf., C. I, v. 94-193 - C. II, v. 58-72, 107, 108, 119-120).
      Qui viene ordinato il modo con cui Dante poteva salire il monte, ed è viaggiando per lo Inferno e il Purgatorio, cioè quanto dire componendo un poema sopra questo argomento. Non vi ha dubbio: Virgilio che è indotto da Beatrice a venir a salvare quei che l'amò tanto (Inf., C. II, v. 104) dalla morte che stava per avere il suo nome sopra il Tevere(10) trova Dante con null'altro disegno, per parte sua, che di non farlo rimanere nella noia del basso loco, e di fargli ascendere il colle dilettoso, che è principio e cagione di tutta gioia; non però per la strada che Dante aveva già tentata, perchè essa è tenuta dalla malvagia lupa che mai non lo lascerebbe passare, ma bensì per una nuova che abbiamo veduto, e che replichiamo essere quella dell'Inferno e del Purgatorio.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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