Per lo che Dante risponde a questo Marco Lombardo che gli parla
v. 130. «O Marco mio,.... bene argomenti;
Ed or discerno, perchè dal retaggioLi figli di Levi furono esenti».
Ed ecco che però al Canto VI del Purgatorio per bocca di Sordello invoca Dante e consiglia gl'Italiani a procacciare concordi l'impero dell'Italia tutta nelle mani dei Cesari a grandezza della loro nazione ancora; rimproverando Cesare stesso perchè avesse non curato di porsi in Roma che dovrebb'essere già sua
v. 76. «Ahi serva Italia, di dolore ostello,
Nave senza nocchiero in gran tempesta,
Non donna di provincie, ma bordello!
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Ed ora in te non stanno senza guerraLi vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
Di quei che un muro ed una fossa serra.
Cerca, misera, intorno dalle prodeLe tue marine, e poi ti guarda in seno
S'alcuna parte in te di pace gode.
Che val, perchè ti racconciasse il frenoGiustiniano, se la sella è vota?
Senz'esso fora la vergogna meno.
Ahi gente, che dovresti esser divota,
E lasciar seder Cesar nella sella,
Se bene intendi ciò che Dio ti nota?
Guarda com'esta fiera è fatta fella,
Per non esser corretta dagli sproni,
Poi che ponesti mano alla predella.
O Alberto Tedesco, che abbandoniCostei ch'è fatta indomita e selvaggia,
E dovresti inforcar li suoi arcioni,
Giusto giudicio dalle stelle caggiaSovra 'l tuo sangue, e sia nuovo ed aperto,
Tal che il tuo successor temenza n'aggia.
Chè avete tu e il tuo padre sofferto,
Per cupidigia di costà distretti,
Che il giardin dell'imperio sia diserto.
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