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      Alla destra rota danzavano tre donne e quattro alla sinistra. Dopo il carro altri vecchi ancora. In mezzo i fiori, che le si versavano sopra, viene Beatrice, mentre che altri cantavano: Veni sponsa de Libano; ed altri: Benedictus qui venit. Questa donna era tutta velata(18). Intanto che viene questa beatitudine preceduta dalla sapienza di cui vanno compresi i beati, Dante sente a destarsi l'antica fiamma (atto d'amore). Beatrice chiede a Dante come fu degno di venire al monte dove l'uomo è felice (Domine non sum dignus). A questo parole Dante abbassa gli occhi nel fiume; vi si specchia e si vergogna (si riconosce indegno a tanto bene). Ma gli Angeli ch'erano con Beatrice vengono cantando: In te Domine speravi (atto di speranza). Beatrice rimprovera Dante della sua vita passata; e Dante piange ripentito (atto di contrizione) intanto che Beatrice lo invita a confessare se è vero che abbia commesso i falli che gli vengono da lei ripresi (Confiteor) (Purg., C. XXIX e XXX interi e XXXI, v. 1-90). Finito questo, Matelda grida a Dante che a lei si tenga stretto. Matelda lo tuffa nel fiume Lete; e trattolo viene consegnato alle quattro ninfe che danzavano alla sinistra del carro; e le altre tre che stavano alla destra lo recano a fissare gli occhi in Beatrice, la quale finalmente egli giunge a vedere scoperta pieno di gaudio, d'amore e di desiderio (Purg., C. XXX, v. 91-fine). - Desideroso il buono penitente di pervenire alla magione celeste, intanto che veniva camminando pari colla grazia, giunge l'ora della morte, per cui ha da passare all'eterna salute in cielo, dove insieme col gaudio si fa acquisto della sapienza.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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