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      Se dunque vi hanno due distinte materie nel Poema, queste materie avranno due distinte estensioni. E se l'allegoria in virtù del senso occulto può divenire, se posso dirlo, spiritualità o anagogia, l'anagogia non potrà mai divenire allegoria, perchè bisognerebbe che il senso anagogico, dichiarato, potesse divenire menzogna. Per lo che si viene a concludere che il senso anagogico ben può abbracciare tutto il Poema, mentre l'allegoria propria non potrà mai estendersi oltre quel limite che è segnato dalla lettera. Venendo poi al senso morale, la definizione che abbiamo da Dante è che quello è senso che i lettori devono intentamente andare appostando per la scrittura a utilità di loro e dei loro discendenti. Questa definizione certamente non può convenire al senso morale allegorico; perchè se egli deve servire ad utilità del genere umano, forza è che sia scoperto, altrimenti sarebbe pazzia che un padre, andando lontano dalla sua famiglia, dicesse a' suoi figli: Io vi lascio dell'oro perchè campiate, ma ve lo nascondo sotterra: cercatelo. Potrebbe ben darsi che la fortuna portasse i figliuoli a metter la mano tosto sul nascosto tesoro, ma potrebbe anche avvenire che ciò non succedesse; e che, intanto che cercassero, toccasse loro morire di fame. E Dante che non era nè pazzo nè ignorante, ciò che doveva servire a nutrimento de' suoi lettori lo ha lasciato scoperto non solo, ma lo ha posto in luogo tale che salta agli occhi di tutti quelli che non li vogliono chiudere. Il senso morale allegorico dunque sarebbe diverso da quello che abbiamo colle parole dello stesso Dante definito.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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