Ora che la giustizia e la sapienza se ne è ita, la terra è rimasta desolata. Per questo il governo degli uomini (il veglio) che prima fu così puro (il capo d'oro) s'è corrotto tanto, che sta per andare in dissoluzione (lo starsi del veglio più sul piede di terra cotta che su quello di ferro). La sapienza di governare, se prima venne dall'Egitto, ora che vi si è volto le spalle, perchè colà è spenta, si attende da Roma mercè i Pontefici che devono insegnare la sapienza di Dio, e nei quali si specchiano tutti i principi cristiani, conformandosi all'esempio loro sia buono o reo. (Il veglio ha volto le spalle a Damiata e guarda a Roma come a suo specchio). Da cotesta corruzione e guasto dei governanti scaturiscono e derivano tutti i mali che inondano la terra (le lagrime che gocciano dalla fessura e che formano i fiumi dell'Inferno, figura del mondo reo).
Le ragioni che m'inducono a ritenere che il veglio rappresenti il governo dei popoli, sono il reggimento di quel re, a cui allude il verso 96 sopra l'isola di Creta, il quale è simbolo della prima età dell'oro, quando gli uomini erano semplici, schietti, innocenti: e Giove, che fu nascoso sul monte Ida (v. 100-102) e tenuto celato con tanta cura, è figura della sapienza e della giustizia, attributi di Dio supremo, qual era Giove. Il monte Ida che fu florido e ridente finchè fu governato da Saturno e vi stette la sapienza e la giustizia, cioè Giove, sarebbe il ben essere degli uomini sotto governo così santo. Il poeta dopo aver detto lo stato presente ed antico dell'isola, salta a parlare del veglio che è dentro il monte.
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