Pagina (4/65)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il suo gran fascino personale, il carattere suo, buono e socievole, la posizione indipendente della famiglia, sembravano riserbarle una vita che le avrebbe arrecato dolcezze e sorrisi, promettendole un tranquillo e brillante avvenire.
      Pure, dopo lunghe e profonde meditazioni, dopo esser passata attraverso la via-crucis sentimentale delle supreme risoluzioni dell'anima, che per talune persone, sono una lotta trionfante e dolorosissima su se stessi, volsero definitivamente la giovanissima Vera per altro sentiero.
      Non è cosa facile, per un non russo specialmente, analizzare sintetizzandola, la figura di questa donna russa, che dall'aristocrazia passa dopo lente e mature riflessioni interiori alla causa del popolo e si dedica esclusivamente a questa per gettare in faccia agli oppressori e ai despoti, il grido di dolore di milioni di individui, ancora aspettanti, la loro redenzione finale.
      Chi conosce la donna russa, essere assolutamente differente per temperamento e per aspirazioni, dalle donne degli altri paesi, non si stupisce certo di vedere un'aristocratica ed una intellettuale salire sino al popolo e con uno slancio maraviglioso di tutto il suo essere, abbandonare per sempre le gioie della vita, rinunciando anche, a costo della morte dell'anima, a vecchie amicizie e carissime parentele, troncando ogni rapporto con quella società di cui si è divenuti implacabili nemici.
      La storia del martirologio russo è incorniciato da splendide figure di donne sublimi, che al pensiero dei mali e delle feroci ingiustizie della tirannia unirono un'azione rivoluzionaria, concorde, intelligente e sagace, nei momenti più terribili della lotta, quando la corda e l'ignominia pendevano come spada di Damocle sulla testa dei cospiratori delle nuove libertà.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





Vera Damocle