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      Le umili considerazioni personali che il sottoscritto ha voluto tracciare prima di tessere per esteso la biografia della Vera Figner, la quale nel movimento di emancipazione del popolo russo, ha un'importanza grandissima e speciale, hanno lo scopo di far risaltare la grande unità di un movimento sociale di incalcolabile valore storico che a noi non è dato valutare esattamente; unità il cui risalto è dato appunto dalle gesta dei singoli eroi, attori coscienti di un dramma grandioso e diverso. E come in una serra odorosa, la sintesi dei toni, dei colori e dei profumi è data da una individualità di fiori svariati e magnifici armonizzantisi e dominati dai più belli e olezzanti, così per immedesimarsi colla rivoluzione russa è d'uopo cogliere le gemme più belle di essa e viverne intensamente le vicende tragiche, dolorose e particolari.
      Verso il 1870, Alessandro II. fu l'istigatore di una feroce reazione poliziesca in tutto l'impero; la stampa ebbe a subire persecuzioni su persecuzioni, ferocissime; gli zemstvo (comuni) furono sciolti vergognosamente; l'esilio amministrativo, infine, venne allargato in modo allarmante.
      Fu allora che molti spiriti illuminati della nuova generazione, stanchi della frivolezza della società nella quale vivevano, ed anche, nauseati ed afflitti per l'apatia e debolezza della maggior parte dei così detti «liberali» rivolsero la loro attività in mezzo al popolo sprofondato nell'ignoranza e nella miseria più desolante.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





Vera Figner Alessandro II