Questo fu il periodo terribile della reazione russa, quando uno dopo l'altro i rivoluzionari Doubrovine, Osinsky, Branntner, Sviridenko, Solovief, Lizogoub e molti altri pagarono colla vita il sogno eroico della loro esistenza.
Essi furono tutti impiccati ed il partito rivoluzionario decise allora, di punire colla morte, l'infame assassino del popolo.
Vera aveva iniziative e capacità tutte speciali di organizzazione che la rendevano quanto mai preziosa al partito. Essa rese ad esso segnalati servizi, promovendo per la prima ed introducendo tra i metodi di lotta rivoluzionaria che il suo partito aveva adottato, la propaganda antimilitarista o semplicemente rivoluzionaria nell'esercito, affermando essa, e con ragione, che il militarismo è il primo e l'ultimo puntello di qualsiasi governo o tirannia.
L'ardente eloquenza di questa donna russa, emblema di energia e di fede poco comuni, era quasi sempre coronata da successo; il suo tatto estremo nel sapere risvegliare spesso in un ufficiale dell'esercito, un cittadino di sentimenti umanitari, le aveva cattivato simpatie dappertutto, in sfere sempre più ampie della società.
Essa impose anche ai propri nemici il rispetto verso le sue idee. L'influenza grandissima che essa sapeva esercitare e dirigere con maestrìa insuperabile, confuse spesso i più acerrimi e implacabili aguzzini del popolo russo, i quali avrebbero salutato con gioia frenetica la morte della donna invitta, «cavalier senza macchia e senza paura».
Il famoso scrittore russo N. Mikhailowsky, che scrisse un frammento eloquente e caratteristico su l'eroica Vera, dice di lei: «È difficile sapere in che cosa consistano esattamente la forza ed il fascino speciali emananti dalla sua persona, sì da attrarre a lei un sì gran stuolo di adepti e di ammiratori.
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