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      «Essa era senza dubbio intelligentissima e di vezzoso aspetto, ma nè l'intelligenza, nè la bellezza potevano valer sempre nell'ambiente in cui essa operava, ambiente di odii e di vendette implacabili.
      «Il suo fascino misterioso proveniva in gran parte dalla grande armonia ed unità spirituale del suo essere.
      «La sua interezza appariva in ogni sua opera, in ogni gesto; esitazione e dubbio le erano assolutamente sconosciuti. Essa era priva, con tutto ciò di quell'austerità quasi ascetica tanto spesso osservata in caratteri dello stesso genere.
      «Al contrario quando gli «affari» del partito andavano bene, essa era gaia e spensierata come una bambina.»
      Vera Figner fu obbligata dagli avvenimenti - come risulta anche dallo stesso Mikhailovsky - a partecipare a certe trattative segrete, di somma importanza, ed ancora ben poco note, che il governo russo aveva avviato col partito rivoluzionario.
      Questo fatto straordinario avvenne prima dell'incoronazione di Alessandro III, in un momento in cui il governo russo temeva qualche sorpresa sinistra ed ogni sorta d'attacchi terroristi in occasione della cerimonia imperiale.
      Per scongiurare una simile eventualità, i rivoluzionari furono a tal uopo avvicinati ed ebbero assicurazioni formali (!) che lo Czar era favorevole alle richieste di una costituzione, a patto però che i rivoluzionari s'impegnassero in modo assoluto ad abbandonare l'opera terrorista, poichè egli non voleva aver l'aria d'intraprendere una politica liberale sotto la ferula delle minacce terroriste.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





Figner Mikhailovsky Alessandro III Czar