Troppo tempo e spazio ci vorrebbe per poter enumerare tutti i casi dolorosi delle infamie senza nome patite dai condannati. Ci basti il dire, che il capo carceriere Zaccaria Kozlenkof era molto vicino alla verità quando in un discorso ch'egli tenne ai prigionieri, mentre i suoi lineamenti si erano subitamente contratti dall'odio ed i suoi occhi stralunavano crudelissimi e selvaggi, ei disse brandendo i pugni minacciosamente tesi verso i condannati: «Alla più piccola mancanza da parte vostra sarete sollevati per le catene e fracassati contro la muraglia»! Come è feroce il carnefice Zaccaria Kozlenkof!
Tutte queste violenze senza nome, e le inaudite atrocità a cui soggiacquero i sepolti vivi di Orel, ebbero per fatale conseguenza parecchi suicidi. Disgraziatamente è difficile stabilire il loro numero preciso; però se affermassimo un numero di dieci o quindici vittime, non saremmo forse troppo lontani dal vero, per quanto non possiamo garantire in alcun modo questa nostra asserzione. In questi ultimi tempi lo studente Sobotnitzky si è impiccato; egli fu uno dei tanti condannati della frazione social-democratica della seconda Douma imperiale. Prima di ricorrere al suicidio liberatore, le violenze che egli dovette sopportare furono infinite ed io ricordo ancora con dolore profondo il suo viso pallidissimo, reso violaceo e contratto dal terrore.
Le notizie che dal sepolcro di Orel giungono a stento ai viventi dell'altra sponda, ove la vita urge da ogni parte, sono rarissime e monche.
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