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      Non si sente altro che la voce stridula dell'Annenkoff: «Mettetevi in fila, cani» oppure «per fila destra, cani, o se no percuoto»!
      Un giorno, quasi tutti i condannati vennero percossi per aver risposto al «saluto» del vice direttore colla formula «noi auguriamo buona salute a vostra altezza» invece di dire «auguriamo buona salute a vostra Eccellenza». Durante queste passeggiate che, come ripeto, non sono altro che degli esercizi militari, i detenuti devono marciare al passo, come i soldati ed obbedire agli ordini severissimi del vice-direttore che marca il tempo! Tutto questo, dopo una giornata di lavoro sfibrante, in mezzo a dei carcerieri che sono delle belve, in uno opificio ove l'aria manca quasi completamente...! Se poi un galeotto non marcia al passo militare, guai a lui; nuove percosse finiranno la sua giornata di martirio. Questa è, a un dipresso; l'esistenza atroce alla quale devono sottostare docilmente i condannati della prigione di Orel, ove le umiliazioni degradanti si confondono colle sevizie innominabili, senza che mai una voce giustiziera riesca a far lenire le sofferenze dei fratelli abbandonati per sempre. Se qualche lettore di questo opuscolo, dall'alto della sua incredulità credesse che abbiamo voluto caricare i colori per partigianeria, non abbiamo altro da rispondergli che la realtà in Russia, è di per se stessa così atroce, che non c'è proprio bisogno di renderla più fosca di quella che è.
      Purtroppo invece, i fatti sono così gravi e numerosi, che ben lontani dall'esagerare, siamo ancora al disotto della nuda e pura verità.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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