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      Per un nonnulla i condannati rischiano di esservi gettati dentro, colla prospettiva di rimanerci per molto tempo. Un gancio mancante od una giacca sbottonata, bastano perchè vi siate meritati una simile punizione. Su dieci settimane di prigione, il compagno N., ne ha passate cinque in cella di rigore: una volta perchè nella sua cella fu trovata una tela di ragno, un'altra volta perchè egli aveva rotto un ago prestatogli per ricucire i suoi abiti.... Nella cella è inoltre proibito camminare per non sporcare il pavimento, cosa questa che obbliga il compagno N. a rimanere tutto il giorno seduto su di uno sgabello, essendo la sua branda avvitata e sospesa al muro sino alla sera. L'infrazione a questo ordine severissimo vien punita col cellulare. Guai ad appoggiarsi al muro che è imbiancato di calce e insudicerebbe il vestito del prigioniero! Anche questo basta per procurargli il sotterraneo, per cui N., se per caso si appoggia al muro, in tutta fretta si toglie la giacca per pulirla, prima che dalla spia il secondino si sia accorto di questa grave mancanza per punire come al solito. Per uno spazio di tempo minore di una settimana, non si è rinchiusi in cella di rigore, in questa fetida e oscurissima segreta mancante perfino di giacigli per dormire la notte! Nell'inverno, il massimo di temperatura è di 5 gradi sopra zero e tutta la cella è ricoperta di muffa.
      In quanto al nutrimento, esso consiste soltanto in una libbra e mezzo di pane nero.... e due brocche d'acqua.
      Una volta il compagno N. per essersi tolte le calze che egli aveva infradiciate durante la passeggiata, fu gettato dal suo sorvegliante in cella di rigore senza nemmeno aver avuto il tempo di rimettersele, per cui dovette tremare di freddo tutta una lunga settimana.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65