Tutti lo sanno nella famigerata «Boutyrky» e perciò i condannati preferiscono tacere, sofferendo in silenzio, in attesa che la morte liberatrice venga loro in aiuto.
Ecco come vivono i forzati di Mosca, nel cuore stesso della Russia infelice ed operosa, nell'antica e splendida capitale di una volta!
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E non abbiamo ancora accennato in che modo sono ricolme ed insufficienti certe prigioni russe, adibite più specialmente a ricoverare i condannati ai lavori forzati.
Quest'incombro assume delle proporzioni incredibili in quasi tutte le prigioni della Siberia, a Zerantouï, ad Algatchi, ad Alexandrovskaïa. Il lettore potrà farsene un'idea dalle lettere che abbiamo pubblicato tempo fa nell'Appello del comitato di soccorso pei prigionieri politici russi. Vale la pena di riportarne qualche brano anche in quest'opuscolo. Il lettore Europeo potrà convincersi facilmente che anche in queste prigioni della Siberia, i condannati soffrono ugualmente la fame e la cattiva qualità di cibi. Ecco il brano della lettera:
«Vi sono ad Algatchi circa 600 condannati dei quali 200 politici. La prigione è capace di 297 persone, per cui l'ingombro è dunque estremo. Alcune camerate contengono 30, 40, 50 detenuti, cioè in media il doppio del numero regolamentare poichè ognuna di quelle sale non può contenere più di 17 persone. Noi manchiamo di vestiti, di biancheria e del posto ove dormire. La notte il più piccolo àndito della nostra stalla è occupato; i banchi, i vani sotto i banchi, e tutti i passaggi che li separano tra di loro tengono luogo, con gran disagio di tutta la camerata, dei giacigli che l'amministrazione carceraria dovrebbe passarci.
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