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      Per ora però, mentre dobbiamo attendere pazientemente quel giorno agognato in cui tutte le forze dei combattenti si saranno riunite per riprendere con novello ardore la lotta momentaneamente abbandonata, l'opinione pubblica ha il dovere e deve sostenere coloro che, prigionieri di guerra del governo russo, soffrono e muoiono nelle sue galere infami!
      È ancora di ieri il tragico ricordo della fucilazione di Francisco Ferrer, il martire del libero pensiero.
      Allora l'opinione pubblica non ha mancato di manifestare in modo indimenticabile e solenne, la sua ardente ed unanime commozione per il delitto di Montjuich....
      Ma ciò che in Spagna fu un episodio isolato, in Russia accade tutti i giorni ininterrottamente da anni ed anni.
      Si parla, si scrive, si grida, si protesta giustamente quando si tratta delle sofferenze degl'indigeni del Congo o degl'iniqui trattamenti inflitti agli abitanti dell'isola di San Tommaso.
      Non dimentichiamo però i bagni penali russi, questo triste retaggio della barbarie medioevale, ove l'uomo non è soltanto un essere vinto ed incatenato, ma è anche e soprattutto un essere schiacciato fisicamente, la cui anima e la cui individualità sono morte per sempre, irrimediabilmente morte alla vita ed alla libertà.
      Per quanto barbaro e selvaggio sia il governo russo, l'opinione pubblica europea, non è senza un grande valore per lui.
      L'opinione pubblica europea se volesse, potrebbe facilmente mozzare le unghie alla belva insaziabile, che si pasce soltanto del sangue dei martiri innumeri.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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