Pagina (2/36)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E questa mi pare una gran lode per la Francia, la quale come vera e legittima posseditrice di quel valore, che fu posseduto un tempo dall'Italia, dee giustamente vendicare i torti fatti al medesimo.
     
      Dormi adultera vil, finchè omicidaSpada ultrice ti svegli, e sonnacchiosa
      E nuda in braccio al tuo fedel t'uccida.
     
      Aspetto che mi mandiate l'innanzi per l'altro sonetto politico, ma con vostro comodo. Vi riverisco distintamente.
     
     
      LETTERA II.
     
      Al medesimo.
     
      Villa, 6 Maggio 1692.
     
      Non prima di ier l'altro mi fu resa la gentilissima vostra carta de' 15 del caduto, per la quale veggo che non pur vi ricordate di me, ma che avete desiderato le mie consolazioni, cosa che mi obbliga troppo, e che mi farebbe venire in qualche pregio a me medesimo, s'io non mi conoscessi così bene, com'io mi conosco. Eh! Sig. Conte mio, voi siete troppo grand'uomo per desiderare d'esser consolato da me. Le vostre consolazioni vi hanno a venire da Dio benedetto e dalla virtù che non vi può mai mancare. E quanto alla vostra condotta, v'assicuro che sarà sempre giustificata da quei motivi che avete avuti; e quando tutti questi mancassero, non lascerebbe per questo d'esser giustificatissima, perchè da un uomo come voi, non può uscir cosa che non sia buona e non ben pesata. E sebbene la vostra prima risoluzione mi pare plausibilissima e da par vostro, e non vi date perciò a credere ch'io mi sia scandolezzato della seconda; v'ho ben io compatito con un compatimento pieno d'amore, e sono stato sì lungi dal supporre in voi debolezza o difetto alcuno, che anzi ho creduto aver voi fatto maggior forza a voi stesso nella seconda risoluzione che nella prima, nè credo di essermi ingannato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere inedite a Lorenzo Magalotti
di Vincenzo da Filicaia
Tipografia Nistri Pisa
1885 pagine 36

   





Francia Italia Dio