Ma che si ha da fare? Dio ci vuoi guidare a modo suo, e solo egli conosce le strade che fanno per noi, e però lasciamoci guidare, voi per la vostra, io per la mia, e ringraziamo il Signore che nello stesso tempo mortificat et vivificat. Intanto se posso servirvi, comandatemi liberamente, e sappiate ch'io vi servirò sempre volentierissimo e di buon cuore a misura del vostro gran merito e della stima che ho sempre fatto d'un uomo grande, e d'un cavalier degnissimo, come voi siete.
Iddio vi consoli.
LETTERA III.
Villa, 3 Giugno 1692.
Al medesimo.
Il solo sapere che avete quasi ogni giorno una spedizione iente e veniente, mi fa ben capire che sia impertinenza lo scrivervi, quando non importa. E così è veramente. Ma per questa volta abbiate pazienza, e vendicatevene col non rispondermi.
Dell'onor che mi fate grandissimo in serbarmi un luogo nella vostra considerazione e nel vostro stimatissimo affetto fra tanti altri che Io meritano assai più di me, non ho parole che bastino per ringraziarvene. Dirò solo, che quando la compiacenza ch'io ne ho, arrivasse a segno di farmene invanire, spererei di esserne invidiato, non che scusato, da tutti coloro che conoscono voi, e che conoscono me. Il Sig. Dio ve ne renda merito, e mi abiliti una buona volta a potervi mostrar la mia gratitudine con altro che con parole, siccome desidero. Ma non potendo altro per ora, bisogna ch'io mi dia pace, e mi appaghi di questo poco, non senza pensare di quando in quando agli obblighi miei e gl'infiniti meriti vostri.
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Giugno Sig
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