Ma talvolta è bene l'uscir di regola, e certi fortunati ardiri sono quelli che accreditano le poesie. Voi avete tanto lodato la mia povera canzoncina che, punto, punto ambiziosa ch'ella fosse, potrebbe facilmente invanirne.
Io l'acchiappai fra molte, non per la più bella, ma per la più succinta e misteriosa; e godo insomma che vi sia piaciuta. Voglio adesso mandarvi un sonettuccio caldo, caldo fatto per mio passatempo in occasione della monacazione d'una fanciulla nobile. Il pensiero è preso dall'operazione del baco da seta, ma Dio sa come l'ho spiegato. Ditemene il vostro parere.
Voi che avete carteggio col Sig.r Ab. Regnier, potete favorirmi di ringraziarlo a mio nome del libro, il quale mi suppongo tradotto da lui medesimo, siccome ve ne prego. Vi ringrazio sommamente del frontespizio dell'opera del nostro arciconsolo, e aspetto a suo tempo il capitolo. Addio.
LETTERA XXVIII.
Pisa, .. Gennaio 1699.
Al medesimo.
Modicae fidei, quare dubitasti? Voi avete fatto troppo torto a me e troppo onore alla sig.a Borghina in credere d'aver bisogno della sua mediazione per giustificarmi con un vostro servidore. Ma di che vi avete a giustificare? Del non mi aver riveduto prima della mia partenza per Pisa? Bisognerà dunque ch'io ancora faccia lo stesso, per essermi partito senza prima riverirvi di nuovo, bench'io possa dire con verità, che la mattina del 6 Dicembre fui a casa vostra, e mi fu risposto ch'eravate in Villa. Eh per l'amor di Dio lasciamo andar queste cose, che non importano nulla, e venghiamo a quelle che importano.
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