Stupiron l'arti di poter cotanto,
E come in opra di comun lor vanto,
Tenner consiglio col natio valore;
Coglieste voi d'ogni dottrina il fioreNel quarto lustro, e i tanto gravi e tanto
Severi studi a raddolcir col canto,
V'inebriaste del Castalio umore.
Onde se a voi del gran cammin, sì poco
Resta, e già tocche del saper le mete,
Manca in mezzo del corso, al corso il loco;
Nuovi mondi a natura omai chiedete,
Che il gran mondo dell'arti, a poco a poco,
Scorso già tutto e conquistato avete.
LETTERA XXXI.
Pisa, 16 Maggio 1701.
Al medesimo.
Per non parlare delle due quartine che vi hanno mosso a dar dì me un giudizio sì vantaggioso, dico che non può esser più giusta la critica fatta sopra la prima terzina, e ve ne rendo grazie affettuosissime, essendo veramente due cose incompatibili l'esser giunto alla meta, e l'aver poco da camminare. Orsù a' rimedii. — Chi dicesse così:
Onde se a voi del gran cammin sì poco
Resta, e già scorte del saper le mete,
Manca quasi nel corso, al corso il loco.
Invece di già scorte, si potrebbe dire; scoperte che forse tornerebbe meglio.
Fin qui passa bene, ma dirà forse un qualche stitico scrupolosetto: Se il Cav.re ha solamente scoperto le mete del sapere, non è dunque vero che abbia scorso e conquistato tutto il mondo scientifico. Ma gli si potrebbe dare quella famosa risposta del Priore: Avete ragione ma siete un c…. nonostante. E veramente un barbero che si conduca a vista del palio, benchè non abbia realmente finita la carriera, si può dire che l'abbia finita, per quella ragione che Parvus pro nichilo reputatur:= Accingendus habetur pro accinto, e via discorrendo.
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Castalio Cav Priore Avete Parvus Accingendus
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